sabato 16 gennaio 2016

ChaletOS remix

https://mega.nz/#!mNN1EYKD!ofyEcTWODD06xd3_qCsMXzJmRzDpy8u8H0ID_KEFme4



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venerdì 15 gennaio 2016

Il malware Ransom32

Creato per la prima volta con il framework Nw.js per le applicazioni desktop, questo nuovo ransomware è in grado di essere eseguito su Windows, Linux e MacOs X. Il programma malevolo sfrutta la rete Tor per comunicare con i server command and control e blocca tutto il contenuto dei computer, chiedendo un riscatto per togliere la crittografia ai file.

Il 2016 è iniziato da meno di una settimana e l’enciclopedia delle minacce online si arricchisce già di un nuovo capitolo. L’ultimo arrivato sulla scena èRansom32, un ransomware che ha iniziato a mietere le prime vittime, crittografando tutto il contenuto dei computer e chiedendo un riscatto per “liberare” i dati. Il programma malevolo è stato analizzato in modo approfondito da Fabian Wosar, esperto di sicurezza di Emsisoft, che ha spiegato come, “a prima vista, Ransom32 potrebbe sembrare uguale a decine di altri malware in circolazione”. Ma, in realtà, non è così. Disponibile come molti altri programmi nel dark web in versione Software-as-a-Service (SaaS) e quindi potenzialmente sfruttabile da tutti, Ransom32 utilizza per la prima volta Nw.js, un framework Javascript che consente di creare normali applicazioni desktop impiegando gli stessi linguaggi della programmazione Web come Html, lo stesso Javascript e Css.
Ed è proprio questa l’arma in più di Ransom32: potenzialmente, il malware è in grado di infettare tutti i principali sistemi operativi, vale a dire le famiglie Windows, MacOs X e Linux. “Grazie a Nw.js, i normali sviluppatori di applicazioni desktop hanno il beneficio di far operare lo stesso codice Javascript su diverse piattaforme”, ha scritto in un blogpost Wosar. “Così, un’applicazione con Nw.js può essere scritta una sola volta ed essere utilizzabile in modo istantaneo su Windows, Linux e MacOs X”. Anche se, al momento, sembra siano state infettate solo macchine con ecosistemi Microsoft.
Per prelevare il malware, è “sufficiente” effettuare la registrazione su uno dei server nascosti nella rete Tor, indicando un indirizzo Bitcoin da utilizzare come deposito per i proventi dei riscatti. Dopo aver inserito l’indirizzo, si ha a disposizione un pannello di controllo rudimentale con diverse statistiche, come il numero di persone che ha già pagato per ottenere nuovamente i propri dati. Inoltre, è possibile configurare altri parametri come il numero di Bitcoin richiesti come pagamento .
Il malware è scaricabile cliccando su un bottone. Una volta completato il download, si ha a disposizioneun archivio Winrar da 22 megabyte“È evidente come Ransom32 sia differente da altri ransomware, che raramente superano il megabyte di peso”, ha sottolineato Fabian Wosar. L’archivio contiene le varie parti del malware: la più interessante è il file chrome.exe, che contiene effettivamente il codice malevolo.
Il richiamo al famoso browser di Google non è ovviamente casuale, ma questo file, creato con il framework Nw.js, non contiene la firma digitale e le informazioni sulla versione che fanno invece ritenere affidabile il browser originale sviluppato da Big G. In caso il malware venga eseguito, tutti i file dell’archivio vengono decompressi e copiati nella cartella dei file temporanei. Da qui, il programma si clona nella directory “%AppData%Chrome Browser” e sfrutta il file s.exe per creare una scorciatoia nella cartella “ChromeService”, in modo da assicurarsi l’esecuzione a ogni avvio del sistema.
Dopo l’installazione e la copia, Ransomware32 attiva il client Tor integrato per collegarsi con i server command and control nascosti nella rete Tor, tramite la porta 85. A questo punto, la vittima vede comparire una finestra informativa e il malware inizia a crittografare praticamente tutti i file presenti nel computer, utilizzando un algoritmo Aes con una chiave a 128 bit. Sadicamente, il programma maligno riesce anche a decrittare un singolo file, in modo da mostrare alla vittima che l’autore del ransomware ha effettivamente il potere di “sbloccare” il contenuto della macchina. Quindi, se non avete ancora fatto il backup, vi conviene pensarci.


giovedì 14 gennaio 2016

Ubuntu 16.04 LTS: ecco tutte le novità

Ubuntu 16.04 LTS: ecco tutte le novitàFra qualche mese Canonical rilascerà la versione definitiva di Ubuntu 16.04 LTS....

Posted by Xubuntu LTS on Mercoledì 13 gennaio 2016

domenica 10 gennaio 2016

Linux Mint 18 codenamed “Sarah”


The first release in the upcoming Linux Mint 18.x series will be named “Sarah”.
Sarah is a Jewish feminine given name found in many different areas of the world. Sarah is a consistently popular given name across Europe and North America, as well as in the Middle East—being commonly used as a female first name by Jews, Christians and Muslims alike, and remaining popular also among non-religious members of cultures influenced by these religions.
Frequently, the name refers to Sarah, the wife of Abraham in the Hebrew Bible, the Christian Old Testament, and the Islamic Quran. In Arabic, Hebrew, and Persian, it means woman of high rank, often simply translated as “Princess”. In Modern Hebrew, “sarah” (שרה) is the word for “woman minister”.
It’s still very early to talk about Linux Mint 18, but here are a few pieces of information about it:
  • Linux Mint 18 is estimated to be released around May/June 2016.
  • Linux Mint 18.x releases will be based on Ubuntu 16.04 LTS and supported until 2021.
  • One of the goals set for Linux Mint going forward is to feature a new look and feel (so it’s likely “Princess Sarah” will be the one getting that new dress) :)
Sarah is just a name at the moment and we’re still quite far from Linux Mint 18, but we’ll start working on this new series early. If you want to follow our development, please keep an eye on the Segfault blog, where we’ll cover the news and details and we’ll talk about changes and new features as they materialize.


sabato 9 gennaio 2016

Sicurezza Clamav

Introduzione

E' risaputo che i virus per sistemi Windows non possono funzionare su sistemi Gnu/Linux e che quelli per Linux sono rarissimi. Quindi per un'installazione desktop di Linux un programma antivirus può risultare superfluo.
ClamAV è un antivirus utile in ambienti misti (ad esempio su macchine con sopra installati sia Linux che Windows in cui i file scaricati dal sistema Linux devono essere scansionati prima di essere passati al sistema Windows) per scansionare gli allegati delle mail o per l'uso combinato con programmi di terze parti come Samba o server di posta.

Installazione

Installare il pacchetto clamav.
Questo pacchetto installerà il programma in versione applicativo standard, utile per effettuare la scansione manuale di un singolo file o dell'intero File System.

Per uso automatizzato

Installare il pacchetto clamav-daemon.
Questo pacchetto installerà il demone del programma per un uso più regolare, orientato ad esempio per la scansione di tutti i messaggi e-mail.

Interfaccia grafica

Per utilizzare ClamAV tramite interfaccia grafica, installare il pacchetto clamtk.
Al termine dell'installazione sarà possibile avviare il programma.

Integrazione in Nautilus

In Ubuntu 12.04 è possibile integrare la scansione dei file e delle directory nel menu contestuale di Nautilus. Per fare ciò, installare il pacchetto nautilus-clamscan.
Sarà ora possibile avviare la scansione facendo clic con il pulsante destro del mouse su un file o una directory e selezionando Scan for viruses....

Utilizzo

Aggiornare la definizione dei virus

Per aggiornare il database dei virus digitare il seguente comando all'interno di una finestra di terminale:
sudo freshclam
ClamAV invece viene regolarmente aggiornato all'ultima versione tramite i normali aggiornamenti di sistema.

Proxy

Se si utilizza un Proxy HTTP, per connettersi a Internet, modificare con un editor di testo e con i privilegi di amministratore il file/etc/clamav/freshclam.conf aggiungendo le seguenti righe:
HTTPProxyServer serveraddress
HTTPProxyPort portnumber
Sostituire le diciture «serveraddress» e « portnumber» con l'indirizzo IP ed il numero della porta del proxy.

Scansione

Ecco alcuni esempi d'uso per clamscan:
  • Per effettuare la scansione di tutti i file, cartelle e sotto cartelle presenti sul computer digitare il seguente comando:
    clamscan -r / 
  • Per effettuare la scansione di tutti i file, cartelle e sottocartelle presenti nella /home digitare il seguente comando:
    clamscan -r /home
  • Per effettuare la scansione di tutti i file sul computer e riprodurre il suono di un campanello quando vengono trovati file infetti, digitare il seguente comando:
    clamscan -r --bell /
  • Per effettuare la scansione di tutti i file sul computer e procedere alla rimozione dei file infetti qualora ne venissero scoperti, digitare il seguente comando:
    clamscan -r / --remove
ClamAV permette molti altri metodi di scansione dei file, per la lista completa consultare il manuale digitando in una finestra di terminale:
man clamscan

Eseguire ClamAV come demone



Installando il pacchetto clamav-daemon, è possibile utilizzare clamdscan dove in precedenza si è utilizzato clamscan, con questa opzione si è in grado di connettersi a un demone ClamAV e il programma resterà sempre in background.

Fonte : http://wiki.ubuntu-it.org/

Xubuntu Mac OS-X ( immagine )



Linux per utenti Windows®

http://monfy-mate.com/2015/01/17/linux-per-utenti-windows/

Xubuntu 14.04 ( Mac OS-X themes )

https://mega.nz/#!DYdlELBZ!d4RyQRFGzxodhSXY4ovKGC3d1__ZD9e7nTuOMJ49Wvk.



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venerdì 8 gennaio 2016

Rilasciato Freya 0.3.2: migliorato il supporto UEFI e SecureBoot


Il team di elementary ha annunciato il rilascio Freya 0.3.2, una nuova minor release che va a risolvere alcuni problemi riscontrabili in sistemi con UEFI e SecureBoot. Oltre a questo sono state aggiornate le traduzioni (adesso nel media di installazione troviamo il supporto a 22 lingue) ed è stata implementata una nuova funzionalità nel menu delle applicazioni che ora nei risultati di ricerca visualizza separatamente le impostazioni dalle applicazioni.


L'aggiornamento è già stato inviato e gli utenti che hanno già installato Freya non dovranno far altro che aggiornare il sistema tramite il Software Updater, gli utenti che invece non ancora hanno ancora installato la distro possono scaricarla recandosi al link https://elementary.io/ (se non avete intenzione di effettuare una donazione o l'avete già fatto in passato vi basterà cliccare su Personalizzato e mettere 0 dollari).

Xubuntu OS

https://www.facebook.com/www.Xubuntucom/?fref=nf

Xubuntu 14.04 LTS

giovedì 7 gennaio 2016

Il menu di GNOME 2 in XFCE

In questa guida vedremo come avere il menu di GNOME 2 in Xubuntu / XFCE

Tra le tante novità introdotte nelle ultime versioni di XFCE troviamo anche il nuovo menu Whisker. L'idea di Whisker è quella di portare in XFCE un menu più completo e funzionale, con tanto di gestione delle app preferite, barra di ricerca e accesso veloce alle varie impostazioni, gestione della sessione ecc. Per gli utenti che amano l'esperienza utente della versione 2 di GNOME è disponibile una personalizzazione del menu delle applicazioni di XFCE.
Gnome 2 Menus for Xfce/Xubuntu ci consente di avere un menu a tendina in stile Gnome 2,con la sezione dedicata alle applicazioni e l'altra "Risorse" nella quale accedere alle impostazioni del sistema.

Installare Gnome 2 Menus for Xfce/Xubuntu è abbastanza semplice, basta scaricare il menu da questa pagina ed estrarre il file compresso. Andiamo nella cartella Gnome2Menus e poi in Menu Files, in questa directory troveremo due file denominati ApplicationsMenu.menu e SystemMenu.menu che dovremo copiare in /etc/xdg/menus.

Per farlo basta spostare i due file nella home e avviare il terminale e digitare:

cd
sudo mv ApplicationsMenu.menu /etc/xdg/menus/ApplicationsMenu.menu
sudo mv SystemMenu.menu /etc/xdg/menus/SystemMenu.menu

a questo punto clicchiamo con il tasto destro del mouse sul pannello e andiamo in Pannello -> Aggiungi nuovi elementi e selezioniamo il plugin "Menu delle applicazioni". Una volta selezionato e attivato dovremo accedere alle proprietà del menu e nella sezione File del Menu selezioniamo il file ApplicationsMenu.menu presente nella cartella /etc/xdg/menus/.

Per creare il menu Risorse basta creare un nuovo plugin "Menu delle applicazioni" e scegliere in file del menu il file SystemMenu.menu sempre incluso nella directory /etc/xdg/menus/.


A questo punto avremo il menu di GNOME 2 in XFCE / Xubuntu.

Xubuntu 14.04 LTS


Versione 14.04 LTS 

Xubuntu è il sistema operativo della famiglia Ubuntu basato suXFCE, un ambiente grafico veloce e leggero, adatto ai PC datati.

Qui per Download ISO Xubuntu 14. 04 LTS  

Lubuntu 16.04 Alpha 1

Lubuntu 16.04 will NOT ship with LXQt. The long-promised perpetually-in-development desktop, a merger of the LXDE and Razor Qt desktop environments, is once again not stable enough to ship by default.
Instead, users of Xenial’s low-power alternative to regular Ubuntu will get the reliable and wholly familiar GTK-based LXDE desktop environment.
While this is good news for stability it does mean there is, once again, precious little beyond miscellaneous bug fixes, development toolchain and toolkit updates, and a small helping of recent-ish package upgrades to talk of.
(Though you can look forward to improved hardware compatibility in Linux Kernel 4.3.x.)
LXQt packages are available in Xenial’s archive however, so if you want to check out the progress of the next-gen desktop (and since other Linux distributions are already shipping it, it’s not a threadbare option) you can do so with a few choice commands in the LXTerminal app.
As Lubuntu LTS releases support PowerPC architectures this alpha is also available for PowerPC users.

This Is The Release Date for Ubuntu 16.04 LTS

The release date of Ubuntu 16.04 LTS is set for April 21, 2016.

Codenamed ‘Xenial Xerus’, Ubuntu 16.04 will be the 6th Long Term Support release of the hugely popular open-source operating system.
The first LTS was released in June 2006.
Ubuntu 16.04 Xenial Xerus will include the Unity 7 desktop, Linux Kernel 4.4, and a host of updated applications.
It may even feature a refreshed icon set.
As a Long Term Support release the Xenial Xerus will be backed by 5 years of on-going updates, bug fixes, critical security patches and new hardware enablement stacks straight from Canonical.
Ubuntu is 15.10 was released on October 22th, 2015. It’s the current stable release and is supported for 9 months, through July, 2016.

We’ll keep this page updated with any changes to the release cycle as and when – not to mention if – they happen.

Ubuntu 16.04 Release Date

xerus release date
The release date for Ubuntu 16.04 has been posted on the Ubuntu Wiki, along with the date of the development milestones needed to get it there.
Prior to the final stable release on April 21, the regular version of Ubuntu (i.e. the one using Unity) will make a few fleeting appearances over the six month dev cycle. It will take part in second Beta 2 pencilled in for March 24, 2016, and the release candidate.
Ubuntu’s family of flavours, which includes Ubuntu MATE, do take advantage of all the testing opportunities at hand, with two alpha, two betas and a release candidate set.
  • Alpha 1 – December 31st (for flavours)
  • Alpha 2 – January 28th (for flavours)
  • Feature Freeze — February 18th
  • Beta 1 – February 25th (for flavours)
  • UI Freeze — March 10th
  • Final Beta – March 24th
  • Kernel Freeze — April 7th
  • Release Candidate – April 14th
The final release date of Ubuntu 16.04 Xenial Xerus is  set for:
  • Ubuntu 16.04 LTS Final – April 21st

Xubuntu Core

Quando si parla di distro leggere ma al tempo stesso capaci di non far mancare nulla all’utente, Xubuntu è uno dei primi nomi che balza in mente. Dopotutto, merito anche dell’ambiente desktop che troviamo di default, la distro è davvero leggera e capace di dar nuova vita ad un PC ormai destinato alla pensione.
Ma da oggi (in maniera non ancora ufficiale) una nuova distro, sempre basata su Ubuntu, potrebbe spodestare Xubuntu. Parliamo di Xubuntu Core, una particolare release di Xubuntu opportunamente messa…a dieta!
Se l’attuale versione di Xubuntu è distribuita sotto forma di ISO dal peso di circa 950 MB, Xubuntu Core occupa poco più di 600 MB. E se ciò sembra un dato poco significativo, facciamo rispondere a quegli utenti che hanno a che fare con una banda troppo risicata o che vogliono utilizzare un CD-Rom invece che un DVD.
Xubuntu Core sarà una versione snellita di Xubuntu, che non è dotata di tutte quelle caratteristiche aggiuntive di un desktop completo e moderno.
Questo è quanto dichiarato dal team di sviluppo. La prima ISO ufficiale di Xubuntu Core è prevista per il prossimo ciclo 15.10. Tuttavia, se vogliamo già da ora mettere alla prova questa nuova distro, possiamo contare sulla comunità che ha già pubblicato alcune immagini pronte all’uso e costruite a partire da una versione minimale di Ubuntu . Per effettuarne il download, raggiungiamo questa pagina.
Xubuntu-Core-15-04
FonteOMG! Ubuntu!



XUBUNTU APPRODA IN SUL CLOUD

Grazie a Icebergs potremo accedere a Xubuntu da browser o attraverso un client VNC, ecco come utilizzare il servizio.

XFCE è un desktop environment tra i più apprezzati ed utilizzati dagli utenti Linux. A puntare su XFCE troviamo anche Icebergs, servizio che porta Xubuntu nel cloud fornendone un'accesso da qualsiasi web browser senza richiedere nessun plugin di terze parti.
Icebergs ci consente di accedere via web a Xubuntu, sessione / istanza completamente scritta in HTML5 in grado di adattarsi al meglio a qualsiasi risoluzione in maniera tale da poter essere utilizzata anche da smartphone e tablet.


Da notare inoltre che possiamo accedere alla sessione di Icebergs anche attraverso VNC, basterà utilizzare un normale client ed inserire indirizzo ip e password recuperabili dal nostro account.

Icebergs consente di poter utilizzare gratuitamente un'istanza di Xubuntu fino a due ore al mese, con a 9.99 dollari al mese avremo a disposizione di 25 ore / mese su due istanze 8 GB di spazio web per istanza nei quali memorizzare i nostri dati. Il piano più costoso costa 59.99 al mese per 750 ore con 16 istanze ognuna delle quali avrà a disposizione 8GB di storage nei quali salvare i dati.

Icebergs Xubuntu via VNC in Windows

https://icebergs.io/

AdSense

Xubuntu14.04Plus-ita

https://mega.nz/#!SFMEwR7S!zzNFQpsQrZZnZ4LmWS_oL2L1CI6GfPI0PqbJspSv_IE

mercoledì 6 gennaio 2016

Xubuntu14.04 LTS Remix- ITA

https://onedrive.live.com/redir.aspx?cid=56f12e626a73d12c&resid=56F12E626A73D12C!1574&parId=56F12E626A73D12C!1572&authkey=!AAE4gHXlr4rzyTg

Algoritmi e software si stanno mangiando il mondo

La pervasività tecnologica non è solo quella visibile e tangibile che si manifesta nei numerosi dispositivi che ci portiamo appresso ma soprattutto quella invisibile che li anima e li fa funzionare. E’ una invisibilità garantita da software e algoritmi sempre più evoluti e potenti, capaci di velocizzare l’elaborazione di ogni cosa ma anche di sostituire processi e procedure, dotare di capacità intelligenti robot e macchine tecnologiche e di digitalizzare praticamente ogni cosa
L’ubiquità e pervasività degli schermi tecnologici è l’ultima delle grandi rivoluzioni tecnologiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Un’intera generazione è oggi così abituata e sedotta dalle interfacce tattili dei loro dispositivi da avere trasformato i loro display in messaggi.
Nella sua evoluzione la tecnologia ha trovato il modo di adattarsi e di soddisfare i bisogni umani ma il modo con cui le persone si sono a loro volta adattati alle nuove interfacce e ai dispositivi mobili è stato imprevedibile a causa della creatività che ne è scaturita e che ha cambiato il panorama delle interazioni con la tecnologia, aprendo le porte ad una nuova rivoluzione, quella del software. E’ una rivoluzione che ha trovato espressione in milioni di applicazioni che oggi abitano gli store delle grandi Marche e in una nuova pervasività del software che oggi è diventato il motore di molteplici attività umane ed ha il potere di modificare comportamenti, modi di pensare e stili di vita.
Un tempo quando si parlava di infrastruttura di information technology (IT) il riferimento andava a piattaforme hardware, a monitor e terminali usati per accedervi e a macchine che le permettevano le interconnessioni. Oggi in molte aziende queste piattaforme sono diventate digitali e il ruolo dei dipartimenti IT è sempre più legato alle applicazioni, alle soluzioni e ai servizi. La componente hardware è diventata anch’essa invisibile, trasformatasi in nuvole tecnologiche di cui non si conosce la località e la distribuzione ma dalle quali si ricevono flussi costanti di dati e di informazioni e sulle quali ci si va per eseguire altri algoritmi software, accedere a banche dati e a utilizzare applicazioni.
Come ha scritto Marc Andreessen nel 2011, il primo a usare questa espressione, il software si sta mangiando il mondo.
E lo sta facendo probabilmente a una velocità maggiore di quanto lo stesso Andreessen avesse previsto. La rapidità è legata alla evoluzione degli strumenti software per lo sviluppo, alla evoluzione del software stesso sempre più a oggetti, facilmente integrabile e riutilizzabile ma anche alle metodologie di sviluppo implementate e di tipo Agile, Scrum o basate sull’aggiornamento continuo.
Queste pratiche emerse dapprima nelle aziende tecnologiche e in alcune realtà industriali he hanno fatto da pioniere, oggi interessano quasi tutte le grandi aziende in tutti i principali mercati verticali. Le nuove pratiche hanno sostituito quelle gerarchiche e burocratiche tradizionali e, grazie al software, hanno facilitato la trasformazione delle organizzazioni in realtà collaborative, interconnesse, più innovative e capaci di muoversi rapidamente nell’adattare strategie e iniziative alle nuove esigenze di mercato.
Lontani sono i tempi di aggiornamenti periodici spalmati su più anni, alla Microsoft maniera. Oggi realtà come Salesforce rilasciano più aggiornamenti software all’anno e molte aziende hanno sposato, grazie alla introduzione di approcci e metodologie Agile, l’aggiornamento continuo. Questo approccio è ormai diventato la norma e difficilmente sarà accantonato. Non lo permette il mercato, non lo permette la nuova forma dell’organizzazione e la sua cultura e soprattutto non lo permette lo stadio di evoluzione raggiunto dal software che obbliga l’azienda ad adattamenti continui, all’agilità e alla rapidità di esecuzione.
Ricorrere a piccoli ma continui aggiornamenti è diventata una necessità ma è anche molto pratico perché permette di continuare ad aggiungere novità applicative e funzionalità così come di risolvere rapidamente eventuali problemi o errori di implementazione e sviluppo. Uno sviluppo software continuativo permette altresì di migliorare continuamente l’esperienza utente comunicando quanto questa esperienza sia importante nelle strategie relazionali e di fidelizzazione dell’azienda o della Marca. Il valore di questo approccio sta sia nella capacità di far evolvere il software continuamente introducendo novità e migliorie ma anche nell’uso che di esso si può fare per monitorare il gradimento e i risultati ottenuti da parte dell’utente/utilizzatore.
La trasformazione delle aziende in organizzazioni digitali sta avvenendo grazie a dipartimenti IT sempre più orientati dallo sviluppo software necessario ad automatizzare processi e attività e a digitalizzarli in base agli standard software che fanno girare il mondo online, sociale e Mobile.  La pervasività del software obbliga a continui investimenti in persone e loro talenti, in progetti e loro rapidità di implementazione e in strumenti tecnologici e metodologici oltre che in formazione per usarli ma anche per gestirli introducendo nuovi stili di management e nuove forme di organizzazione.
A mangiarsi il mondo è il software nel suo complesso. Più quello Open Source rispetto a quello proprietario e legato ai sistemi e alle piattaforme tradizionali. Ciò che fa la differenza non è quanto un software sia aperto o proprietario ma quanto e in quanto tempo sia rapidamente riutilizzabile, quanto sia modulare e costruito su standard condivisi e su quanto sia integrabile con il software che sta facendo funzionare Internet e le nuove applicazioni Mobile e soddisfacendo i bisogni e le esigenze di consumatori, dipendenti e utenti dalla mente nuova perché modificata tecnologicamente.
Il mondo è sempre più basato sul software, sulle sue component sociali e sulla sua apertura. Per non perdere terreno e cogliere le opportunità che la pervasività del software sta offrendo bisogna attrezzarsi e maturare la disponibilità a sperimentare tutte le novità e le nuances che l’evoluzione del software presenterà.
In particolare non bisogna sottovalutare il potere crescente che il software ha assunto. E’ un potere con effetti duraturi e di lungo termine perché incide sulle menti degli individui e cambia i loro comportamenti e le loro abitudini. E’ un  potere che tendiamo a sottostimare nei suoi effetti pervasivi perché ci siamo sottomessi acriticamente ad esso per i n numerosi vantaggi e benefici che sa offrire.
Il potere del software nasce dalla sua evoluzione e capacità generativa che ha portato alla creazione di piattaforme, protocolli, algoritmi, applicazioni che si sono trasformati nei componenti elementari di un’unica grande piattaforma resa accessibile a tutti dal software della Rete e di Internet.
La sottovalutazione del potere diffuso del software nasce anche dalla ignoranza (non conoscenza) sull’intelligenza che anima le novità tecnologiche, siano esse prodotti indossabili, droni, nanotecnologie, o stampanti 3D. La loro esistenza è legata al software, dalle logiche e dagli algoritmi che lo caratterizzano.
La rivoluzione del software è stata resa possibile da decenni di evoluzione tecnologica che è servita a costruire i componenti e i tasselli che oggi danno forma alle piattaforme software che rendono possibile il mondo interconnesso del Web. E’ una rivoluzione che non si sarebbe affermata senza le nuove generazioni di nativi digitali, individui nati e cresciuti con cervelli e menti modificati tecnologicamente dalle loro interazioni con la tecnologia. Le pratiche tecnologiche delle nuove generazioni sono avvenute per lo più senza la supervisione degli adulti e sono servite come strumento di cambiamento che sta facendo nascere nuove forme di socialità (social networking), di organizzazioni politiche (Movimento 5 stelle, Occupy, ecc.), economiche (startup, borse finanziarie, globalizzazione, ecc.) e relazionali (messaging, cinguettii, selfie, instagram, ecc.) e commerciali (morte le ideologie rimangono i prodotti).
Le tecnologie capaci di mangiarsi il mondo per le loro caratteristiche intrinseche e carattere disruptive non sono nuove. Tutte hanno avuto una forza prometeica di cambiamento legate a nuove realtà emergenti che si affermano grazie al protagonismo di nuove entità sociali capaci di orientarsi nel caos che sempre si genera in periodi di grandi cambiamenti.
Le entità sociali che si sono fatte carico di questa grande trasformazione sono le generazioni di nativi digitali, capaci di cogliere le potenzialità e le opportunità del software e dei suoi algoritmi perché senza radici nel passato e poco condizionati dalla Storia e da ideologie varie. A queste generazioni interessa, come a Prometeo, la sperimentazione e l’esplorazione per capire come navigare il nuovo mondo globalizzato, piatto e interconnesso.
Chi non ha il coraggio di seguire le nuove generazione avventurandosi in territori sconosciuti e forse desertici, è destinato a rimanere indietro o a non andare da nessuna parte. Per alcuni (gli adulti?) questa potrebbe anche essere la soluzione migliore ma non la scelta capace di fermare la rivoluzione del software e il suo pantagruelico appetito.