giovedì 7 gennaio 2016

Il menu di GNOME 2 in XFCE

In questa guida vedremo come avere il menu di GNOME 2 in Xubuntu / XFCE

Tra le tante novità introdotte nelle ultime versioni di XFCE troviamo anche il nuovo menu Whisker. L'idea di Whisker è quella di portare in XFCE un menu più completo e funzionale, con tanto di gestione delle app preferite, barra di ricerca e accesso veloce alle varie impostazioni, gestione della sessione ecc. Per gli utenti che amano l'esperienza utente della versione 2 di GNOME è disponibile una personalizzazione del menu delle applicazioni di XFCE.
Gnome 2 Menus for Xfce/Xubuntu ci consente di avere un menu a tendina in stile Gnome 2,con la sezione dedicata alle applicazioni e l'altra "Risorse" nella quale accedere alle impostazioni del sistema.

Installare Gnome 2 Menus for Xfce/Xubuntu è abbastanza semplice, basta scaricare il menu da questa pagina ed estrarre il file compresso. Andiamo nella cartella Gnome2Menus e poi in Menu Files, in questa directory troveremo due file denominati ApplicationsMenu.menu e SystemMenu.menu che dovremo copiare in /etc/xdg/menus.

Per farlo basta spostare i due file nella home e avviare il terminale e digitare:

cd
sudo mv ApplicationsMenu.menu /etc/xdg/menus/ApplicationsMenu.menu
sudo mv SystemMenu.menu /etc/xdg/menus/SystemMenu.menu

a questo punto clicchiamo con il tasto destro del mouse sul pannello e andiamo in Pannello -> Aggiungi nuovi elementi e selezioniamo il plugin "Menu delle applicazioni". Una volta selezionato e attivato dovremo accedere alle proprietà del menu e nella sezione File del Menu selezioniamo il file ApplicationsMenu.menu presente nella cartella /etc/xdg/menus/.

Per creare il menu Risorse basta creare un nuovo plugin "Menu delle applicazioni" e scegliere in file del menu il file SystemMenu.menu sempre incluso nella directory /etc/xdg/menus/.


A questo punto avremo il menu di GNOME 2 in XFCE / Xubuntu.

Xubuntu 14.04 LTS


Versione 14.04 LTS 

Xubuntu è il sistema operativo della famiglia Ubuntu basato suXFCE, un ambiente grafico veloce e leggero, adatto ai PC datati.

Qui per Download ISO Xubuntu 14. 04 LTS  

Lubuntu 16.04 Alpha 1

Lubuntu 16.04 will NOT ship with LXQt. The long-promised perpetually-in-development desktop, a merger of the LXDE and Razor Qt desktop environments, is once again not stable enough to ship by default.
Instead, users of Xenial’s low-power alternative to regular Ubuntu will get the reliable and wholly familiar GTK-based LXDE desktop environment.
While this is good news for stability it does mean there is, once again, precious little beyond miscellaneous bug fixes, development toolchain and toolkit updates, and a small helping of recent-ish package upgrades to talk of.
(Though you can look forward to improved hardware compatibility in Linux Kernel 4.3.x.)
LXQt packages are available in Xenial’s archive however, so if you want to check out the progress of the next-gen desktop (and since other Linux distributions are already shipping it, it’s not a threadbare option) you can do so with a few choice commands in the LXTerminal app.
As Lubuntu LTS releases support PowerPC architectures this alpha is also available for PowerPC users.

This Is The Release Date for Ubuntu 16.04 LTS

The release date of Ubuntu 16.04 LTS is set for April 21, 2016.

Codenamed ‘Xenial Xerus’, Ubuntu 16.04 will be the 6th Long Term Support release of the hugely popular open-source operating system.
The first LTS was released in June 2006.
Ubuntu 16.04 Xenial Xerus will include the Unity 7 desktop, Linux Kernel 4.4, and a host of updated applications.
It may even feature a refreshed icon set.
As a Long Term Support release the Xenial Xerus will be backed by 5 years of on-going updates, bug fixes, critical security patches and new hardware enablement stacks straight from Canonical.
Ubuntu is 15.10 was released on October 22th, 2015. It’s the current stable release and is supported for 9 months, through July, 2016.

We’ll keep this page updated with any changes to the release cycle as and when – not to mention if – they happen.

Ubuntu 16.04 Release Date

xerus release date
The release date for Ubuntu 16.04 has been posted on the Ubuntu Wiki, along with the date of the development milestones needed to get it there.
Prior to the final stable release on April 21, the regular version of Ubuntu (i.e. the one using Unity) will make a few fleeting appearances over the six month dev cycle. It will take part in second Beta 2 pencilled in for March 24, 2016, and the release candidate.
Ubuntu’s family of flavours, which includes Ubuntu MATE, do take advantage of all the testing opportunities at hand, with two alpha, two betas and a release candidate set.
  • Alpha 1 – December 31st (for flavours)
  • Alpha 2 – January 28th (for flavours)
  • Feature Freeze — February 18th
  • Beta 1 – February 25th (for flavours)
  • UI Freeze — March 10th
  • Final Beta – March 24th
  • Kernel Freeze — April 7th
  • Release Candidate – April 14th
The final release date of Ubuntu 16.04 Xenial Xerus is  set for:
  • Ubuntu 16.04 LTS Final – April 21st

Xubuntu Core

Quando si parla di distro leggere ma al tempo stesso capaci di non far mancare nulla all’utente, Xubuntu è uno dei primi nomi che balza in mente. Dopotutto, merito anche dell’ambiente desktop che troviamo di default, la distro è davvero leggera e capace di dar nuova vita ad un PC ormai destinato alla pensione.
Ma da oggi (in maniera non ancora ufficiale) una nuova distro, sempre basata su Ubuntu, potrebbe spodestare Xubuntu. Parliamo di Xubuntu Core, una particolare release di Xubuntu opportunamente messa…a dieta!
Se l’attuale versione di Xubuntu è distribuita sotto forma di ISO dal peso di circa 950 MB, Xubuntu Core occupa poco più di 600 MB. E se ciò sembra un dato poco significativo, facciamo rispondere a quegli utenti che hanno a che fare con una banda troppo risicata o che vogliono utilizzare un CD-Rom invece che un DVD.
Xubuntu Core sarà una versione snellita di Xubuntu, che non è dotata di tutte quelle caratteristiche aggiuntive di un desktop completo e moderno.
Questo è quanto dichiarato dal team di sviluppo. La prima ISO ufficiale di Xubuntu Core è prevista per il prossimo ciclo 15.10. Tuttavia, se vogliamo già da ora mettere alla prova questa nuova distro, possiamo contare sulla comunità che ha già pubblicato alcune immagini pronte all’uso e costruite a partire da una versione minimale di Ubuntu . Per effettuarne il download, raggiungiamo questa pagina.
Xubuntu-Core-15-04
FonteOMG! Ubuntu!



XUBUNTU APPRODA IN SUL CLOUD

Grazie a Icebergs potremo accedere a Xubuntu da browser o attraverso un client VNC, ecco come utilizzare il servizio.

XFCE è un desktop environment tra i più apprezzati ed utilizzati dagli utenti Linux. A puntare su XFCE troviamo anche Icebergs, servizio che porta Xubuntu nel cloud fornendone un'accesso da qualsiasi web browser senza richiedere nessun plugin di terze parti.
Icebergs ci consente di accedere via web a Xubuntu, sessione / istanza completamente scritta in HTML5 in grado di adattarsi al meglio a qualsiasi risoluzione in maniera tale da poter essere utilizzata anche da smartphone e tablet.


Da notare inoltre che possiamo accedere alla sessione di Icebergs anche attraverso VNC, basterà utilizzare un normale client ed inserire indirizzo ip e password recuperabili dal nostro account.

Icebergs consente di poter utilizzare gratuitamente un'istanza di Xubuntu fino a due ore al mese, con a 9.99 dollari al mese avremo a disposizione di 25 ore / mese su due istanze 8 GB di spazio web per istanza nei quali memorizzare i nostri dati. Il piano più costoso costa 59.99 al mese per 750 ore con 16 istanze ognuna delle quali avrà a disposizione 8GB di storage nei quali salvare i dati.

Icebergs Xubuntu via VNC in Windows

https://icebergs.io/

AdSense

Xubuntu14.04Plus-ita

https://mega.nz/#!SFMEwR7S!zzNFQpsQrZZnZ4LmWS_oL2L1CI6GfPI0PqbJspSv_IE

mercoledì 6 gennaio 2016

Xubuntu14.04 LTS Remix- ITA

https://onedrive.live.com/redir.aspx?cid=56f12e626a73d12c&resid=56F12E626A73D12C!1574&parId=56F12E626A73D12C!1572&authkey=!AAE4gHXlr4rzyTg

Algoritmi e software si stanno mangiando il mondo

La pervasività tecnologica non è solo quella visibile e tangibile che si manifesta nei numerosi dispositivi che ci portiamo appresso ma soprattutto quella invisibile che li anima e li fa funzionare. E’ una invisibilità garantita da software e algoritmi sempre più evoluti e potenti, capaci di velocizzare l’elaborazione di ogni cosa ma anche di sostituire processi e procedure, dotare di capacità intelligenti robot e macchine tecnologiche e di digitalizzare praticamente ogni cosa
L’ubiquità e pervasività degli schermi tecnologici è l’ultima delle grandi rivoluzioni tecnologiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Un’intera generazione è oggi così abituata e sedotta dalle interfacce tattili dei loro dispositivi da avere trasformato i loro display in messaggi.
Nella sua evoluzione la tecnologia ha trovato il modo di adattarsi e di soddisfare i bisogni umani ma il modo con cui le persone si sono a loro volta adattati alle nuove interfacce e ai dispositivi mobili è stato imprevedibile a causa della creatività che ne è scaturita e che ha cambiato il panorama delle interazioni con la tecnologia, aprendo le porte ad una nuova rivoluzione, quella del software. E’ una rivoluzione che ha trovato espressione in milioni di applicazioni che oggi abitano gli store delle grandi Marche e in una nuova pervasività del software che oggi è diventato il motore di molteplici attività umane ed ha il potere di modificare comportamenti, modi di pensare e stili di vita.
Un tempo quando si parlava di infrastruttura di information technology (IT) il riferimento andava a piattaforme hardware, a monitor e terminali usati per accedervi e a macchine che le permettevano le interconnessioni. Oggi in molte aziende queste piattaforme sono diventate digitali e il ruolo dei dipartimenti IT è sempre più legato alle applicazioni, alle soluzioni e ai servizi. La componente hardware è diventata anch’essa invisibile, trasformatasi in nuvole tecnologiche di cui non si conosce la località e la distribuzione ma dalle quali si ricevono flussi costanti di dati e di informazioni e sulle quali ci si va per eseguire altri algoritmi software, accedere a banche dati e a utilizzare applicazioni.
Come ha scritto Marc Andreessen nel 2011, il primo a usare questa espressione, il software si sta mangiando il mondo.
E lo sta facendo probabilmente a una velocità maggiore di quanto lo stesso Andreessen avesse previsto. La rapidità è legata alla evoluzione degli strumenti software per lo sviluppo, alla evoluzione del software stesso sempre più a oggetti, facilmente integrabile e riutilizzabile ma anche alle metodologie di sviluppo implementate e di tipo Agile, Scrum o basate sull’aggiornamento continuo.
Queste pratiche emerse dapprima nelle aziende tecnologiche e in alcune realtà industriali he hanno fatto da pioniere, oggi interessano quasi tutte le grandi aziende in tutti i principali mercati verticali. Le nuove pratiche hanno sostituito quelle gerarchiche e burocratiche tradizionali e, grazie al software, hanno facilitato la trasformazione delle organizzazioni in realtà collaborative, interconnesse, più innovative e capaci di muoversi rapidamente nell’adattare strategie e iniziative alle nuove esigenze di mercato.
Lontani sono i tempi di aggiornamenti periodici spalmati su più anni, alla Microsoft maniera. Oggi realtà come Salesforce rilasciano più aggiornamenti software all’anno e molte aziende hanno sposato, grazie alla introduzione di approcci e metodologie Agile, l’aggiornamento continuo. Questo approccio è ormai diventato la norma e difficilmente sarà accantonato. Non lo permette il mercato, non lo permette la nuova forma dell’organizzazione e la sua cultura e soprattutto non lo permette lo stadio di evoluzione raggiunto dal software che obbliga l’azienda ad adattamenti continui, all’agilità e alla rapidità di esecuzione.
Ricorrere a piccoli ma continui aggiornamenti è diventata una necessità ma è anche molto pratico perché permette di continuare ad aggiungere novità applicative e funzionalità così come di risolvere rapidamente eventuali problemi o errori di implementazione e sviluppo. Uno sviluppo software continuativo permette altresì di migliorare continuamente l’esperienza utente comunicando quanto questa esperienza sia importante nelle strategie relazionali e di fidelizzazione dell’azienda o della Marca. Il valore di questo approccio sta sia nella capacità di far evolvere il software continuamente introducendo novità e migliorie ma anche nell’uso che di esso si può fare per monitorare il gradimento e i risultati ottenuti da parte dell’utente/utilizzatore.
La trasformazione delle aziende in organizzazioni digitali sta avvenendo grazie a dipartimenti IT sempre più orientati dallo sviluppo software necessario ad automatizzare processi e attività e a digitalizzarli in base agli standard software che fanno girare il mondo online, sociale e Mobile.  La pervasività del software obbliga a continui investimenti in persone e loro talenti, in progetti e loro rapidità di implementazione e in strumenti tecnologici e metodologici oltre che in formazione per usarli ma anche per gestirli introducendo nuovi stili di management e nuove forme di organizzazione.
A mangiarsi il mondo è il software nel suo complesso. Più quello Open Source rispetto a quello proprietario e legato ai sistemi e alle piattaforme tradizionali. Ciò che fa la differenza non è quanto un software sia aperto o proprietario ma quanto e in quanto tempo sia rapidamente riutilizzabile, quanto sia modulare e costruito su standard condivisi e su quanto sia integrabile con il software che sta facendo funzionare Internet e le nuove applicazioni Mobile e soddisfacendo i bisogni e le esigenze di consumatori, dipendenti e utenti dalla mente nuova perché modificata tecnologicamente.
Il mondo è sempre più basato sul software, sulle sue component sociali e sulla sua apertura. Per non perdere terreno e cogliere le opportunità che la pervasività del software sta offrendo bisogna attrezzarsi e maturare la disponibilità a sperimentare tutte le novità e le nuances che l’evoluzione del software presenterà.
In particolare non bisogna sottovalutare il potere crescente che il software ha assunto. E’ un potere con effetti duraturi e di lungo termine perché incide sulle menti degli individui e cambia i loro comportamenti e le loro abitudini. E’ un  potere che tendiamo a sottostimare nei suoi effetti pervasivi perché ci siamo sottomessi acriticamente ad esso per i n numerosi vantaggi e benefici che sa offrire.
Il potere del software nasce dalla sua evoluzione e capacità generativa che ha portato alla creazione di piattaforme, protocolli, algoritmi, applicazioni che si sono trasformati nei componenti elementari di un’unica grande piattaforma resa accessibile a tutti dal software della Rete e di Internet.
La sottovalutazione del potere diffuso del software nasce anche dalla ignoranza (non conoscenza) sull’intelligenza che anima le novità tecnologiche, siano esse prodotti indossabili, droni, nanotecnologie, o stampanti 3D. La loro esistenza è legata al software, dalle logiche e dagli algoritmi che lo caratterizzano.
La rivoluzione del software è stata resa possibile da decenni di evoluzione tecnologica che è servita a costruire i componenti e i tasselli che oggi danno forma alle piattaforme software che rendono possibile il mondo interconnesso del Web. E’ una rivoluzione che non si sarebbe affermata senza le nuove generazioni di nativi digitali, individui nati e cresciuti con cervelli e menti modificati tecnologicamente dalle loro interazioni con la tecnologia. Le pratiche tecnologiche delle nuove generazioni sono avvenute per lo più senza la supervisione degli adulti e sono servite come strumento di cambiamento che sta facendo nascere nuove forme di socialità (social networking), di organizzazioni politiche (Movimento 5 stelle, Occupy, ecc.), economiche (startup, borse finanziarie, globalizzazione, ecc.) e relazionali (messaging, cinguettii, selfie, instagram, ecc.) e commerciali (morte le ideologie rimangono i prodotti).
Le tecnologie capaci di mangiarsi il mondo per le loro caratteristiche intrinseche e carattere disruptive non sono nuove. Tutte hanno avuto una forza prometeica di cambiamento legate a nuove realtà emergenti che si affermano grazie al protagonismo di nuove entità sociali capaci di orientarsi nel caos che sempre si genera in periodi di grandi cambiamenti.
Le entità sociali che si sono fatte carico di questa grande trasformazione sono le generazioni di nativi digitali, capaci di cogliere le potenzialità e le opportunità del software e dei suoi algoritmi perché senza radici nel passato e poco condizionati dalla Storia e da ideologie varie. A queste generazioni interessa, come a Prometeo, la sperimentazione e l’esplorazione per capire come navigare il nuovo mondo globalizzato, piatto e interconnesso.
Chi non ha il coraggio di seguire le nuove generazione avventurandosi in territori sconosciuti e forse desertici, è destinato a rimanere indietro o a non andare da nessuna parte. Per alcuni (gli adulti?) questa potrebbe anche essere la soluzione migliore ma non la scelta capace di fermare la rivoluzione del software e il suo pantagruelico appetito.

Tablet Linux per liberarsi della prigione Android e iOS!

Per chi è consapevole dell’uso commerciale che viene fatto delle piattaforme Mobile come quella Android di Google ed è alla ricerca di alternative, Linux continua a offrire una possibile via di fuga. Trovare una soluzione Linux può sembrare complicato ma l’offerta continua a proporre
Android racconta di se stesso di essere un sistema operativo Open Source. Nei fatti è uno strumento pensato per fare da traino e promuovere il commercio elettronico sfruttando al meglio le informazioni che raccoglie sugli utenti attraverso i numerosi dispositivi su cui è installato. Inoltre non è così libero come le narrazioni correnti vorrebbero far credere. Ciò non impedisce a milioni di consumatori di acquistare dispositivi Android e a milioni di utenti di utilizzarlo, anche per parecchie ore al giorno e in modo continuativo. Un uso forse facilitato dalla semplicità dell’interfaccia e dalle numerose funzionalità in esso presenti.
Per chi fosse alla ricerca di alternative diverse e basate su piattaforma GNU/Linux il mercato sembra essersi rimesso in movimento con due nuovi progetti in fase di arrivo. Uno è dell’azienda finlandese Jolla, nata nel 2011 da un gruppo di sviluppatori di Nokia che stavano lavorando ad una piattaforma Linux per Nokia prima che l’azienda decidesse di optare per Windows. Il progetto è destinato a portare sul mercato un tablet Linux. Il prodotto non è ancora pronto ma è già possibile prenotarlo per trarre vantaggio di una produzione limitata.
Il progetto è stato finanziato tramite una campagna di crowdfunding Indiegogo che ha fruttato la raccolta di 2,5 milioni di dollari, cinque volte il valore che Jolla aveva pesato di riuscire a raccogliere.
Il dispositivo non ha il glamour e l’attrattività di un iPad ma il Jolla con il suo sistema operativo Sailfish ha già ricevuto buone recensioni. Il display è da 7,85 pollici, il processore un Atom Quad Core 64-bit da 1,8 GHz con 2GB di RAM, lo storage disponibile è da 32/64 GB, le fotocamere sono da 5 megapixel quella posteriore e da due quella anteriore. Benchè non possa mettere a disposizione molte applicazioni native Linux permette di scaricare e usare quelle Android.
La produzione del Jolla è per il momento limitata e destinata ai mercati europei, americani, canadesi, australiani, indiani. Il prodotto dovrebbe arrivare nei punti vendita a ottobre con prezzi da 267 euro per la versione da 32 GB e da 299 euro per quella da 64 GB.
Il secondo progetto finalizzato alla produzione di un nuovo tablet con una piattaforma Ubuntu è di MJ Technology, previsto in arrivo sul mercato a ottobre 2015 con una versione di Ubuntu Touch di Canonical.
Il tablet verrà proposto con due modelli da 8,9 e 10,1 pollici (risoluzione da 1920 x 1200) e disporrà di porte USB 2.0 e USB 3.0, di una porta microUSB, una microSD e una micro HDMI.
Le configurazioni del tablet di MJ Technology soni tali da farlo assomigliare a un mini-laptop o a un sistema Vhromebook. Il processore è un Intel da 2,4 GHz con 4FB di RAM e 64GB di storage. Disponibile anche l’opzione da 128 GB.
Non è nota alcuna data precisa per il rilascio, neppure per le prenotazioni online.
I due tablet sono destinati a portare un po’ di luce diversa in un mercato imprigionato nell’offerta Android e iOS….oops e Windows.

LINUX 2016: nuovi scenari per una piattaforma dalle molte sorprese



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Il 2015 è stato un anno importante per Linux. Per i cambiamenti avvenuti, per le scelte dei produttori, per la continua evoluzione del software e delle sue funzionalità e per avere posto le basi per una accelerazione possibile in termini di crescita e diffusione di mercato nel corso del 2016. Nel 2015 Microsoft ha comunicato il suo innamoramento per Linux, sul mercato è arricato uno smartphone con Linux Ubuntu, Samsung ha lanciato uno smartwatch con piattaforma Tizen Linux ma soprattutto Linux ha conquistato nuovo peso nelle strategie IT delle aziende grazie a tecnologie come OpenStack, Docker, e Cloud Foundry.
Il 2016 si presenta per il mondo Linux con molti buoni auspici. E’ una previsione facile perché collegata alle numerose novità che hanno interessato il mondo del software libero (Open Source) durante il corso del 2015. Di Linux e Open Source si parla meno ma questo non significa che il loro ruolo svolto nel mondo tecnologico sia diminuito. Con Linux e il mondo Open Source che lo caratterizza devono fare i conti tutti i grandi produttori di soluzioni tecnologiche e anche le aziende che devono continuare a cambiare e a innovare le loro infrastrutture tecnologiche e a farlo in tempi rapidi e con costi sostenibili o garantiti da ROI adeguati a sostenere le strategie aziendali.

Tra le novità che hanno caratterizzato il mondo Linux 2015 è facile individuare gli ambiti che possono essere potenzialmente interessati da novità durante il corso del 2016. Alcune di queste novità dipenderanno dalla scelte di aziende e Marche importanti come Google, Apple, Microsoft e Amazon. Le loro scelte non saranno dettate dall’adozione dei principi sottostanti al software libero ma dalla necessità di sfruttare le potenzialità dell’Open Source per competere meglio sul mercato dando risposte a fenomeni emergenti sempre più interessati alla logica e ai valori della proposizione aperta e collaborativa di piattaforme come Linux.

Google

Google è da sempre un’azienda che fa largo uso di Linux e tecnologie Open Source. Le sue due piattaforme di sistema operativo Chorme OS e Android sono costruite su tecnologie e software Linux. La sua intera infrastruttura tecnologica, quella che fa funzionare il motore di ricerca e sostiene tutti i molteplici servizi di Google, è basata su sistemi, piattaforme, software e tecnologie Linux. Manca nell’offerta di Google una componente client del sistema operativo Linux che potrebbe facilitare l’accesso e l’utilizzo di una delle soluzioni chiave di Google, Google Drive. Altre aziende che operano nel mondo cloud, come Dropbox o Copy, usano client Linux. Google non lo ha ancora implementato e, scoendo molti analisti di mercato, non lo farà neppure nel 2016.
Nel 2015 Google ha riasciato Chromecast, la sua soluzione audio Chromebook che ha trasformato i normali speaker del dispositivo in speaker intelligenti. L’adozione di Chromecast da parte di alcuni produttori hardware come Sony e LG lascia prevedere che Chromecast possa diventare uno standard industriale come AirPlay nel corso del 2016.
Google è impegnata con successo anche su un altro fronte, quello delle piattaforme di sistema operativo Chrome e Android. Le due piattaforme potrebbero essere fuse in una sola ma Google continua a negare questa eventualità. Chrome nel frattempo continua a crescere a spese di Windows ma soffre dell’assenza delle innumerevoli applicazioni disponibili su Android. Per il 2016 è facile prevedere un’ulteriore crescita di Chrome sul mercato e che Google lavori alla integrazione della piattaforma con quella di Android, entrambe con un kernel/motore Linux che dovrebbe facilitare il progetto. Una eventuale integrazione potrebbe servire a Google per rilanciare la sua strategia tablet, finora carente e incapace di cmpetere con proposizioni come quelle iPad pro di Apple e Surface Book o Surface Pro 4 di Microsoft. Impensabile che Google lasci perdere un mercato così ricco e promettente.
In attesa di una possibile, ma non certa, integrazione Chrome/android nel 2016 Android andrà arricchendosi di funzionalità desktop e assumerà sembianze e caratteristiche sempre più simili a quelle di una piattaforma di sistema operativo desktop come Mac OS e Windows.

Apple

Una delle novità del 2015, un po’ sottovalutata o snobbata dalla narrazione dei media è stata l’annunciata volontà di Apple di portare iTunes anche su piattaforma Android. Una volontà che se trovasse conferma e concretizzazione nel corso del 2016 rappresenterebbe un sostanziale cambiamento rispetto alle posizioni e alle strategie di Steve Jobs rispetto alla piattaforma concorrente di Google. Nel 2015 Apple ha rilasciato la sua App per la Apple Music anche su Android creando un primo ambito di esperienze condivise tra utilizzatori di dispositivi Android e iOS. Una scelta intelligente legata sicuramente alla crescente leadership di mercato di Android. Una leadership che suggerisce a Apple di perseguire la nuova strategia di aprire le sue APP a nuovi mondi e che vedrà nel 2016 l’arrivo di nuove APP, ad esempio iTunes, sul mondo linux-based di Android.



Microsoft

La nuova strategia di Micrsoft, tutta puntata sul cloud computing e i suoi servizi, ama Linux. Ne ha bisogno per la sua sopravvivenza e per competere con concorrenti che negli anni dei grandi ritardi accumulati dall’azienda hanno costruito piattaforme e proposizioni capaci di metterne in crisi la leadership di mercato. Il cloud di Microsoft è integrato con Red Hat e Canonical e offre alle aziende la possibilità di sviluppi Open Source utili a trarre maggiore vantaggio dalle soluzioni aperte.
Agli sviluppatori dà la possibilità di creare nuove soluzioni, applicazioni e servizi. Linux è diventato così importante per Microsoft da far prevedere, per il 2016, la possibile acquisizione di aziende che producono e vendono piattaforme Linux. Una scelta che nel caso venisse portata a termine darebbe a Microsoft l’opportunità di servire meglio i suoi clienti business. Diversa è la strategia di Microsoft sul mercato consumer. Una strategia che rimane completamente proprietaria e centrata sulla piattaforma Windows.

Ubuntu

Nel 2015 è arrivato sul mercato il primo smartphone con piattaforma Linux Ubuntu. La novità non ha rilanciato il mercato Mobile Linux e non lo farà probabilmente neppure nel 2016. Nel frattempo Mozilla ha cancellato il suo progetto di Firefox OS e Jolla sembra essere in grandi difficoltà. Il mercato Mobile contiuerà a essere molto difficile se non impenetrabile per le piattaforme Linux. La difficoltà potrebbe spiegare la scelta di molti produttori di soluzioni Linux di puntare principalmente sulle aziende e sui bisogni di tipo business e enterprise.

Adobe

Uno dei motivi per cui si sceglie una piattaforma Mac OSX o Windows è la disposnibilità di strumenti come quelli di Adobe per la gestione di contenuti mediali. Questi strumenti non sono disposnibili nel mondo Linux e non lo saranno neppure nel 2016. Chi ha bisogno o volesse sperimentare l’uso di Photoshop dovrà accompagnare la sua piattaforma Linux con un’altra o lasciar perdere la prima per la seconda. Adobe non sembra disponibile a cambiare la sua strategia nei confornti di Linux.

Canonical

MIR è la soluzione open source basata su Linux di Canonical e pensata per sostituire Wayland, la piattaforma server grafica per sistemi operativi Linux concepita come alternativa a quella di X.org (implementazione curata da X.Org Foundation) , implementazione aperta di X Windows System. La decisione di Canonical di sviluppare MIR ha contribuito alla accelerazione nello sviluppo di Wayland come piattaforma capace di succedere a X.org. Ad oggi Wayland ha il supporto di un numero elevato di sviluppatori Linux mentre MIR rimane un progetto Canonical. Nel 2016 è probabile che i due mondi si avviino allo scontro definitivo e che Canonical sia obbligata a rinunciare a MIR per condividere la propsota Wayland.
Nel 2016 Canonical potrebbe essere obbligata anche a cessare completamente lo sviluppo di una versione Ubunto per dispositivi Mobile per puntare più decisamente su piattaforme desktop e server.

Amazon

Nel 2015 Amazon ha fatto arrabbiare molti dei suoi clienti togliendo dallo store online e dai servizi Amazon Prime le soluzioni Chromecast e Apple TV. Nel 2016 è facile prevedere che Amazon ritorni sulle sue decisioni proponendo una applicazione Amazon Prime per la Apple Tv e per Chromecast.

Citrix

Linux nel 2016 è destinato a giocare un ruolo importante sulle piattaforme desktop, nei vari fattori di forma che le caratterizzano. Con Citrix, Linux potrebbe giocare un ruolo similmente importante anche nel mondo della virtualizzazione. La versione Beta di Citrix per un desktop Linux virtuale è già sperimentabile a chi è dotato delle tecnologie Citrix adeguate. La soluzione permetterà a utenti muniti di piattaforme Linux Red Hat Enterprise o Linux SUSE Enterprise di condividere desktop Linux in modalità virtuale e di testare Linux in modalità virtuale attraverso XenApp/XenDesktop (versioni 7.5 o 7.6). La scelta di Citrix non è casuale ma determinata dalle numerose richieste provenienti dal mondo aziendale per poter gestire applicazioni Linux anche in modalità virtuale, un segnale del ruolo che la piattaforma Linux continua ad avere nel mercato business e enterprise.
 


Cosa ci riserva la scienza nel 2016



Homo nalediPlutoneCrisprvaccino contro ebola. Il 2015 è stato un anno niente male per la scienza. Ma, fatti i dovuti bilanci, è già tempo di guardare al futuro: come ha raccontato Elizabeth Gibney sul blog di Nature, scienziati e ricercatori di tutto il mondo, infatti, hanno in serbo parecchie sorprese per il 2016, a partire dalle proposte perridurre le emissioni di gas serra, le nuove tecniche di ingegneria genetica, la conquista del pianeta rosso e l’identificazione di nuove particelle elementari. Eccovi le promesse più interessanti.
CO2 addioÈ uno dei più grandi problemi che il mondo si trova a dover risolvere. Ilcambiamento climatico (innegabilmente) in atto è (innegabilmente) dovuto all’attività umana, in particolare alle emissioni nell’atmosfera di gas serra che provocano il surriscaldamento del pianeta. A questo proposito, una delle sfide scientifico-tecnologiche più intriganti è quella lanciata da Climeworks, un’azienda svizzera che nel 2016 tenterà per la prima volta al mondo a catturare anidride carbonica dall’atmosfera per rivenderla a serre e vivai. A partire da luglio prossimo, Climeworks aspirerà circa 75 tonnellate di CO2 ogni mese nei dintorni di Zurigo; la seguirà a ruota Carbon Engineering, azienda canadese che proverà a convertire in combustibile l’anidride carbonica aspirata dall’atmosfera.
Crispr e oltreCome vi abbiamo raccontato, negli ultimi anni la scienza ha fatto enormi passi avanti nel campo dell’ingegneria genetica. La tecnica Crispr/Cas9, per esempio, ha reso possibile modificare il dna con precisione facilità senza precedenti – tanto da guadagnarsi la menzione di Science come rivelazione dell’anno. Il 2016, auspicabilmente, sarà anche meglio: l’azienda californiana Sangamo Bioscences, per esempio, testerà l’utilizzo di enzimi specifici per correggere un difetto fenetico che causa l’emofilia, mentre i colleghi di Biogen, di Cambridge, Massachusetts, avvieranno un trial clinico per studiare gli stessi enzimi nel trattamento dellatalassemia. L’appuntamento più importante del 2016, però, non è di natura strettamente scientifica: ricercatori ed esperti in bioetica saranno chiamati a redigere delle linee guida che garantiscano la sicurezza e l’eticità delle pratiche di ingegneria genetica.
Alla ricerca delle onde (gravitazionali)Dopo l’individuazione dello sfuggente bosone di Higgs, la sfida più intrigante della fisica sperimentale odierna è nella ricerca delle onde gravitazionali, previste esattamente un secolo fa da Albert Einstein. Si tratta di perturbazioni dello spazio-tempo causate dalla presenza di corpi dotati di massa, come buchi neri, stelle e pianeti: a cercarle sarà (tra gli altri) Advanced Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), un osservatorio astronomico della Lousiana costato ben 620 milioni di dollari e dedicato esclusivamente alle onde gravitazionali. Nel frattempo, anche Lhc, l’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra (responsabile, per l’appunto, della rilevazione del bosone di Higgs), continuerà nella sua ricerca di nuove particelle per completare – o sfatare – il quadro teorico delModello standard, che descrive le interazioni tra tutte le particelle conosciute.
Verso Marte e oltreIl 2016 dovrebbe essere un anno estremamente interessante anche dal punto di vista dell’astrofisica e dell’esplorazione spaziale. Il National Space Science Center cinese, dopo il successo del lancio del Dark Matter Particle Explorer, farà decollare due nuovi missioni dedicate esclusivamente alla ricerca della materia oscura. A giugno, inoltre, sarà lanciato il primo satellite che dovrà testare un protocollo di telecomunicazioni quantistiche; a fine anno dovrebbe volare anche lo Hard X-ray Modulation Telescope, osservatorio spaziale dedicato all’analisi della radiazione proveniente da buchi neri e stelle di neutroni. A settembre la Cina ultimerà la costruzione dello Aperture Spherical Radio Telescope, che, con i suoi 500 metri di diametro, diventerà il radiotelescopio più grande al mondo. E poi ilpianeta rosso: nel 2016 le orbite di Terra e Marte porteranno i due pianeti molto vicini tra loro, creando le condizioni perfette per un viaggio spaziale. La missioneExoMars 2016, collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea e Roscosmoscercherà di sfruttare al massimo l’occasione: il decollo è previsto per marzo, e lo scopo è di studiare i gas dell’atmosfera marziana e testare la tecnologia per un futuro ammartaggio. Incrociamo le dita.